Robert King Merton

Abbiamo incontrato due volte, recentemente, il nome di Robert King Merton. La prima volta per la sua teoria della devianza, secondo la quale essa è dovuta ad uno squilibrio sociale, per cui, mentre i fini sono comuni a tutti i membri di una società, i mezzi per raggiungerli sono in possesso solo di alcuni. La seconda volta per l’idea del gruppo di riferimento, vale a dire il gruppo sociale al quale, pur non appartenendo, facciamo riferimento per sviluppare la nostra identità, accettando i suoi valori e carcando, per quanto possibile, di far nostro lo stile di vita di chi vi fa parte.

Merton è stato uno dei più grandi rappresentanti della sociologia statunitense. Nato a Filadelfia nel 1910, si è formato alla scuola di Talcott Parsons ed ha insegnato alla Columbia University di New York. E’ morto lo scorso febbraio, all’età di 92 anni.
Merton appartiene alla corrente struttural-funzionalista, quella corrente cioè che interpreta i fatti sociali in base alla funzione che essi svolgono per il mantenimento dell’ordine del gruppo o sistema sociale. Il funzionalismo di Merton si differenzia da quello di Parsons per il carattere critico, poiché ammette la possibilità che un sistema sociale sia privo di stabilità e di coordinamento tra le sue diverse componenti. Inoltre Merton rifiuta l’approccio puramente teorico di Parsons, e, influenzato da Paul Lazarsfeld, sviluppa in Teoria e struttura sociale (1949) la proposta di “teorie di medio raggio”, vale a dire teorie non onnicomprensive, ma adatte alla spiegazione di fenomeni circoscritti, intergrando elaborazione teorica e ricerca empirica.
Dobbiamo a Merton la distinzione tra funzioni manifeste e funzioni latenti di un’azione. Un’azione può avere una funzione reale diversa da quella che le viene attribuita socialmente. Importante è anche la concezione dell’ equivalente funzionale, secondo la quale una funzione sociale può essere svolta da istituzioni differenti. Questo vuol dire che le istituzioni esistenti possono essere cambiate, e sostituite con istituzioni che svolgono le stesse funzioni, anche se in modo essenzialmente diverso (si pensi ad una equivalente funzionale degli eserciti, ad esempio).
Robert King Merton ha studiato anche i rapporti tra ricerca scientifica ed organizzazione sociale. L’ultima sua opera, Viaggi e avventure della Serendipity, tratta appunto un problema di sociologia della scienza. La serendipity è la scoperta accidentale di qualcosa, mentre si cercava tutt’altro. Merton alza il velo sull’elemento di casualità che caratterizza anche la scienza e che si rivela non meno preziosa di un rigoroso metodo d’indagine.

4 pensieri su “Robert King Merton

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