Provo a mettere in bell’ordine la nostra discussione sulle disuguaglianze sociali, elencando le principali posizioni espresse, accompagnate da una mia critica. Preciso ancora una volta che le mie critiche servono a stimolare la vostra riflessione e ad indurvi a formulare in modo più complesso il vostro pensiero. Nei commenti vi prego di indicare la tesi alla quale fare riferimento (Tesi 1: Non sono d’accordo con la critica, perché…).
Tesi 1: La disuguaglianza sociale è una cosa sbagliata, e bisognerebbe eliminarla.
Critica: Come? Non serve a molto una tesi del genere, se poi non si indica il modo concreto per raggiungere l’obiettivo che si considera auspicabile.
Tesi 2. L’uguaglianza non è desiderabile, perché diventeremmo tutti uguali.
Critiche:
a. Si confonde la disuguaglianza con la diversità. Due persone che guadagnano la stessa somma non necessariamente sono identiche.
b. Oggi viviamo in una società tutt’altro che ugualitaria, e tuttavia il conformismo è soffocante.
Tesi 3: La disuguaglianza sociale è positiva, ma entro certi limiti. Non dovrebbero esserci persone troppo povere.
Critiche:
a. Come sopra: in che modo si può evitare che alcuni siano troppo poveri?
b. Perché un operaio e un medico devono guadagnare somme così diverse? Si può rispondere che il medico ha studiato, l’operaio no. Non mi sembra una risposta valida, perché 1) il medico ha studiato a spese della collettività, pesando economicamente su tutti, mentre l’operaio, mentre il medico studiava, probabilmente lavorava già, e pagava quelle tasse con le quali pagava, tra l’altro, gli studi del medico; 2) perché la società ha bisogno tanto di medici quanto di operai. Senza operai non esisterebbe nemmeno il luogo fisico nel quale il medico lavora. Così come non esisterebbero i suoi strumenti, il suo camice, i suoi abiti stessi. E non esisterebbero le medicine che prescrive.
Tesi 4: I poveri sono poveri perché non si danno da fare. L’imbianchino, dice Miriam, è uno che si è adagiato. Se si desse da fare, diventerebbe ricco anche lui.
Critiche:
a. La società ha bisogno anche di imbianchini. Se tutti gli imbianchini si dessero da fare per diventare ricchi, nessuno farebbe più l’imbianchino e ci toccherebbe tinteggiare i muri da soli, con risultati facilmente immaginabili.
b. Un imbianchino che volesse arricchire ha i seguenti mezzi a disposizione:
b1. Spacciare droga o fare qualche altra cosa illegale. Di fatto, fare cose disoneste è il modo più rapido, in Italia, per arricchire.
b2. Prendere qualche disperato, soprattutto extracomunitario, e farlo lavorare al suo posto. Con questo metodo molti muratori del nord-est sono diventati miliardari (milionari, da quando c’è l’euro) con ville da favola. Parte che siano gli stessi, sia detto per inciso, che la domenica firmano le petizioni per cacciare gli extracomunitari. La cosa è eticamente discutibile anche in assenza di tali schizofrenie.
b3. Buttarsi in politica. L’ultima volta che un imbianchino s’è buttato in politica, però, è venuto fuori Hitler.
Foto di Tina Modotti.