I nostri schiavi…

Avrete sentito parlare, spero, di un reportage giornalistico pubblicato la settimana scorsa sull’Espresso. Un giornalista, Fabrizio Gatti, ha fatto finta di essere un immigrato clandestino ed è venuto a Foggia a cercare lavoro come raccoglitore di pomodori. Quello che ha documentato ha dello scandaloso: persone costrette a lavorare per ore ed ore con un salario da fame, picchiate se protestavano, letteralmente ridotte in schiavitù. Un rumeno al quale spezzano entrambe le braccia e che, quando va in Questura per denunciare la cosa, viene arrestato perché clandestino. Tutto questo non in qualche lontano paese del terzo mondo, ma nelle nostre campagne. Intanto, la polizia polacca ha diffuso i nomi e le foto di 119 persone scomparse. Erano venuti a cercare lavoro nelle campagne di Foggia. Si ipotizza che siano stati uccisi. Lo scorso mese di agosto è stata scoperto, sempre nelle nostre campagne, un lager nel quale dei lavoratori polacchi venivano costretti a lavorare sotto la minaccia delle armi. La parola “lager” è stata usata dal procuratore nazionale antimafia, per descrivere la situazione scoperta nella provincia di Foggia.
Vorrei sapere se la cosa vi ha in qualche modo colpito; se ne avete parlato tra di voi o in famiglia; se e come pensate che questa situazione si possa risolvere.

Documenti

Il reportage dell’Espresso
Mani sporche
, un dossier on-line creato dopo la pubblicazione del reportage dell’Espresso

27 pensieri su “I nostri schiavi…

  1. Antonio Vigilante

    Esistono diversi tipi di violenza – diretta, psicologica, culturale, strutturale… – con cause che vanno dalla semplice ed umanissima paura alla volontà di accaparrarsi le risorse vitali. Nel caso della nuova schiavitù, si tratta della ricerca senza scrupoli del guadagno, unita ad una buona dose di razzismo.

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  2. Antonio Vigilante

    Una qualche forma di violenza forse esisterà sempre. Ma alcune forme gravi di violenza con ogni probabilità sono legate al nostro tipo di società e di economia, ed è possibile sperare che scompariranno in un sistema migliore.

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  3. nicoletta

    a volte non capisco perchè l uomo deve ricorrere sempre alla violenza ci sono tanti modi per risolvere i problemi .Nenche gli animali si comportano come noi anzi a volte sono anche altruisti come l esempio dei delfini che se uno dei compagni è ferito gli amici lo spingono verso la superficie per farlo respirare e mettono la loro vita in pericolo . Allora aveva anche ragione Rousseau che era meglio la società semplice che quella complessa risp

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  4. nicoletta

    questo mi ricorda due grandi scienziati:Fiederick Ratzel e Paul Vidal Blanche . IL primo diceva che era l ambiente fisico a influenzare l uomo l altro invece diceva che era l uomo a umanizzare l ambiente. Secondo te prof quale dei due aveva ragione in questo argomento ?Siamo noi a rendere il mondo diverso oppure è l ambiente in cui viviamo che ci rende diversi? Adesso devo andare prof ci sentiamo più tardi spero di trovare le tue risposte T.V.B

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  5. Antonio Vigilante

    Rispondo alle tre domande:

    1. Non credo che dovremmo scomparire noi (anche se alcuni movimenti ecologisti estremi auspicano la scomparsa della specie umana per ristabilire l’equilibrio del pianeta). Penso piuttosto che dovrebbero scomparire alcune cose che non vanno nella nostra società.

    2. Sì, probabilmente Rousseau aveva ragione. Naturalmente non possiamo tornare all’improvviso ad una società semplice. Possiamo però provare ad adottare uno stile di vita semplice, ad esempio vivendo lontano dalla città e privilegiando i borghi e i paesi, o riducendo i nostri consumi.

    3. Avevano ragione entrambi. L’ambiente ci condiziona ed al tempo stesso noi condizioniamo l’ambiente. Un filosofo che ho amato molto, Aldo Capitini, diceva che ognuno di noi può essere il centro da cui nasce una nuova realtà; e tuttavia era consapevole dei molti condizionamenti che ci impacciano di continuo.

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  6. nicoletta

    Da quello che ho capito secondo Capatini possiamo sconfiggere la violenza attraverso ll amore (ogniuno puo aprirsi all altro e annullare il proprio limite dire tu agli altri uomini agli animali alla natura ) Come fa l uomo ad annullare i propri limiti ?

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  7. Ho scritto: “Né divinizzazione dell’immanenza, né accettazione della Trascendenza, dunque. Capitini segue la via di un radicale ripensamento dell’immanenza. Rifiutare il Dio della tradizione non vuol dire accettare il mondo così com’è. E’ possibile ripensare la realtà che ci circonda, chiedendosi se davvero in essa vi sia soltanto violenza.”.
    Per te è un po’ difficile capire un testo del genere, perché non hai ancora iniziato lo studio della filosofia (cosa di cui non ho tenuto conto indicandoti quella conferenza.)
    Provo a spiegarti.
    In filosofia si chiama immanenza il mondo in cui ci troviamo, mentre per Trascendenza si intende il mondo divino. In genere, chi nega la Trascendenza (cioè chi nega l’esistenza di Dio) dice che l’unico mondo possibile è quello in cui ci troviamo, e che quindi dobbiamo adattarci ad esso. Capitini invece dice che, se rifiutiamo la Trascendenza (nel suo caso,l Dio come viene inteso dalla Chiesa cattolica), non per questo dobbiamo accontentarci dell’immanenza, cioè tenerci il mondo con tutti i suoi difetti. E’ possibile per lui pensare che questo mondo in cui siamo un giorno si libererà dalla sofferenza e dal male, che diventerà quella che lui chiama realtà liberata.
    Ma, ripeto, è meglio se ne parliamo in classe.

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  8. sara

    ..ciao a tutt*. Mi chiamo sara e sono una studentessa universitaria che si sta laureando in antropologia, con una tesi proprio sul caporalato in provincia di Foggia e lo sfruttamento della manodopera straniera…ho parlato più volte con antonio vigilante tramite mail e mi ha inviato il link di questo blog:complimenti a tutt*, è veramente ben fatto ed ha stimolato anche me alla discussione.Se volete saperne di più sull’argomento immigrazione, sulla percezione che gli italiani hanno dei lavoratori migranti, su come funziona il sistema del caporalato, chiedete pure…non sono certo un’esperta, solo una persona che da mesi stastudiando questo fenomeno e alla quale farebbe piacere discuterne e condividere con gli altri quello che sta imparando…
    in ogni caso buon lavoro
    sara
    p.s. il simbolo * alla fine delle parole non è un errore di stampa.Per chi non lo sa è un segno convenzionale adottao negli anni 70 per riferirsi contemporaneamente a uomini e donne…

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  9. Pingback: Schiavitù e caporalato « Muntu | Laboratorio didattico

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