Sul tu, ed altro

Tre anni fa le alunne di quinta mi regalarono un oggetto che tengo adesso sulla mia scrivania: una statua in legno che rappresenta un uccello che imbecca il suo pulcino. Mi dissero che rappresentava il rapporto che c’era tra me e loro. Io fui felice del regalo, per l’affetto che dimostrava: ma fui in qualche modo inquietato dal significato.

Leggendo i vostri scritti sul rapporto tra generazioni, ho trovato alcune osservazioni riguardanti docenti ed alunni che mi hanno colpito. Dite che questo rapporto è diventato eccessivamente familiare, i docenti stanno abdicando al loro ruolo di educatori, ed in questo modo disorientano gli alunni, che non hanno più alcun punto di riferimento. Vi è anche, a dire il vero, chi ritiene che il rapporto tra docenti ed alunni sia freddo, gerarchico, non confidenziale – ma ritengo, per ragioni che sto per spiegarvi, che si tratti di una osservazione isolata, che non rappresenta la posizione della classe.
Io, come sapete, sono tendenzialmente antiautoritario. Tendenzialmente vuol dire che anch’io a volte mi trovo a minacciare, ad alzare la voce, a scrivere sul registro: ma non sono fiero di me, quando mi succede; mi sento anzi piuttosto stupido.
Sapete che potere darmi del tu, anche se nessuna di voi ci riesce. E’, questa, una cosa che non piace molto ai miei colleghi. Pare loro che vi sia qualcosa di innaturale, in questo. Che io voglia abdicare, appunto, al mio ruolo di docente, per essere chissà cosa. E probabilmente hanno ragione loro, almeno a giudicare dalla vostra preferenza per il lei ed il voi. A me dare del tu e farsi dare del tu sembra la cosa più naturale del mondo, e soprattutto la premessa di qualsiasi rapporto spirituale (perdonatemi l’aggettivo un po’ antiquato; non me ne viene in mente un altro).
Che cos’è un rapporto spirituale? Io che ho raggiunto una meta qualsiasi nella vita – l’equilibrio, o la saggezza, o la rispettabilità, o la fede – e me ne sto in cattedra a farmi ammirare e prendere a modello, e vi guido per mano e vi aiuto a raggiungere la mia perfezione? Se è questo, io devo subito dichiararmi inadatto per questo lavoro. Perché io, vedete, non sono equilibrato, non ho nessuna saggezza, non sono una persona rispettabile (sono notoriamente uno senza princìpi morali) e per giunta non credo nemmeno in Dio. Una tragedia: bisognerebbe allontanarmi da voi, prima che vi danneggi. Io non sono equilibrato: sono alla ricerca di un equilibrio. Non sono saggio, né rispettabile, né ho fede. Io sono alla ricerca della saggezza, della rispettabilità, di quell’assoluto cui qualcuno dà il nome di Dio.
E allora è giusto che ve lo confessi: io non posso essere il vostro educatore. Non, almeno, se per educatore intendete uno saggio, che sa dirvi il bene e il male, che sa giudicarvi in modo esatto, che sa anche essere duro con voi, compiendo quelle piccole violenze che vi aiutano a crescere. Non posso essere il vostro educatore, perché sto educando me stesso. Diciamo che sono sulla vostra stessa strada, e non so nemmeno quanto ancora c’è da camminare. E’ per questo che trovo naturale farmi dare del tu. Perché stiamo facendo la stessa strada, e non sono affatto sicuro di essere più avanzato di voi.
Una cosa ho più di voi. Anzi due. E sono queste: ho letto più libri ed ho fatto più esperienze. So più cose di voi, insomma, ma questo non vuol dire niente. Conosco persone che hanno una cultura molto più vasta della mia, ma che mi sembrano molto più arretrate di me e di voi sulla strada lungo la quale stiamo camminando. Perché aver letto molti libri, purtroppo, non è garanzia di apertura di mente e di cuore – ed a me sembra che la strada che stiamo percorrendo debba portare ad una apertura sempre maggiore della mente e del cuore. Capire molto ed amare molto, per dirla in breve. Quanto alle esperienze, le mie non vi servono a niente. Ognuno deve fare le sue.
I libri che ho letto e le esperienze che ho fatto mi hanno portato alla convinzione che il potere, l’autorità, le gerarchie, l’obbedienza siano mali che hanno causato grandi guai nel corso della storia, ed ancora minacciano la nostra vita individuale e comunitaria. La vita mi ha portato a fare un lavoro nel quale il potere, l’autorità, le gerarchie e l’obbedienza contano molto. Di qui il mio disagio. Non sono la persona giusta al posto giusto. Dovrei trovare il coraggio di licenziarmi e cercarmi un lavoro che mi consenta di esprimermi più liberamente, ma non mi è facile, perché trovo anche terribilmente bello questo modo strano di camminare insieme nel chiuso di un’aula. Ho creduto per molto tempo che anche nell’istituzione fosse possibile creare rapporti aperti e non gerarchici. Ora so che si tratta di un’illusione, e non per una pur reale sclerosi dell’istituzione, ma perché voi stesse chiedete, in fondo, autorità e gerarchia, rapporti chiusi, prevedibili, percorsi standardizzati che portino da qualche parte, sperabilmente ad una sistemazione lavorativa, ad una qualche soddisfazione individuale. Cose che leggo nel vostro darmi del lei o addirittura del voi, che vorrebbe essere – lo capisco benissimo – rispettoso, ma che mi attribuisce un ruolo, un’impotanza, una responsabilità che non voglio.

34 pensieri su “Sul tu, ed altro

  1. utente anonimo

    ho ripreso in mano dolci (dopo trent’anni) e ho capito quello che mi turbava e mi portava all’insofferenza verso le sue parole: bisogna fare, si deve fare. fare camminando. lu

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  2. utente anonimo

    Due anni fa ebbi modo di parlare di Dolci con Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza italiano, che è stato uno dei suoi collaboratori. Mi spiegò per quali motivi non gli è stato assegnato il Nobel per la pace. Al di là di certi limiti umani, tuttavia, e di qualche soluzione più retorica che scientifica, mi sembra che abbia ancora molto da dirci, soprattutto nella analisi del sistema clientelare-mafioso e della comunicazione di massa come sistema parassitario (l’ultimo saggio di Perniola non dice cose molto diverse, senza però mai citare Dolci). [Antonio Vigilante]

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  3. utente anonimo

    Bello questo argomento,effettivamente ho sempre avuto grosse difficoltà a dare del “TU”ai prof,perchè per me è una forma di rispetto,è pur vero che esso può venir dimostrato in altri modi ma questo è quello tradizionale!La stima può esserci anche se c’è il voi!I rapporti costruiti bene certamente non si basano su queste cose futili,per me la confidenza c’è comunque!Devo ammettere che non sò se riuscirò mai a esprimermi liberamente con qualcuno che potrei “””deludere”””””””!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  4. Antonietta Pistone

    cosa cambia in viaggio di istruzione? Non ti sembra un po’ formale questo modo di pensare? L’insegnante deve diventare un’amica o è importante che mantenga un comportamento degno del suo ruolo scolastico?

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  5. Charlie's Angels:-)

    Anche secondo noi dare del “tu” a un docente è indice di maleducazione quindi fondamentale è comportarsi sempre in maniera rispettosa anche se questo deve essere una cosa reciproca!(non per quanto riguarda il “tu” ma in generale)Che ne dite?

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  6. Silvia

    Scondo me il tu si potrebbe dare ai prof perchè ci mette in condizione di “non rigidità”nei loro confronti e inoltre ci permette di avere un dialogo più diretto e affettivo anche durante gli internenti in classe…

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  7. anna&mary

    anche noi la pensiamo cm paola poichè da sempre a scuola o nell’ambito lavorativo a chi si trova un gradino sopra di noi è solito dare del voi o del lei come simbolo di rispetto verso una persona più autorevole di noi.mentre fuori dall’ambiente lavorativo si potrebbe dare tranquillamente del tu

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  8. Gigia e Elly

    Allora non è una questione di rispetto, ma di formalità legato all’ambiente. Se rispettiamo veramente il loro ruolo e la loro posizione, si deve dare del voi/lei sempre. Ciò non significa creare un distacco, perchè un buon rapporto va oltre le formalità…

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  9. Antonietta Pistone

    mi sembra di capire che, nonostante una vostra richiesta generica di maggiore disponibilità da parte dei docenti, ciononostante vi sembra giusto ribadire il ruolo e la dignità del docente, che sentite in posizione gerarchica superiore alla vostra di allieve di un corso scolastico. Siete molto conformiste, tradizionaliste. Ma approvo quanto dite. Il ruolo sociale è indispensabile. Da quello ci riconosciamo tra gli altri. E ciò implica un rispetto reciproco, garantito dalla posizione gerarchica di ciascuno di noi.

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  10. Gigia e Elly

    carissima Roba anche se ci verrebbe da dirlo, cerchiamo di non farlo e ribadiamo che un buon rapporto, anche di “confidenza”, non si basa sul lei/voi.
    e la prossima volta ci devi dare del lei! “è una questione di rispetto” ahahahahaah

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  11. anna&mary

    a volte dare troppa disponibilità agli alunni può essere interpretato in modo sbagliato.Infatti in alcune classi gli alunni ne approfittano facendo impazzire gli insenanti. quindi dare del tu potrebbe essere motivo per approfittarne.che ne pensate?

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  12. Mery&Peta

    anche noi la pensiamo come Paola..non daremmo mai del tu
    ai prof…anche per una questione di rispetto..e per quanto riguarda
    la questione dei”prof come amici”…non pensiamo proprio che,
    soprattutto in certi casi,ci siano dei presupposti per instaurare un rapporto amichevole..per arrivare all’amicizia si deve prima passare ad
    un rapporto di rispetto reciproco..e questo è molto raro.Voi cosa ne pensate??

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  13. Charlie's Angels:-)

    Silvia non siamo d’accordo con te perchè non riusciremmo a dare del tu ad un docente anche fuori dall’ ambito scolastico anche se ci potrebbero essere dei presupposti come tu affermi.

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  14. Silvia

    alle charlie’s Angels:per presupposti s’intende un senso di affettività nei konfronti di alkuni prof,se poi da parte vostra questo rapporto non c’è con nessuno è ovvio ke la pensate diversamente…

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  15. ANONIMA FAFUGNA

    NON BASIAMO IL RAPPORTO TRA DOCENTI E ALUNNI SU UN SEMPLICE VOI O TU ,SECONDO ME NELL’AMBITO SCOLASTICO CI SONO SOLO PREFERENZE,QUINDI NON POSSONO ESISTERE DEI RAPPORTI CONFIDENZIALI….I PROFESSORI PENSANO,ANZI CREDONO CHE POSSONO GIUDICARCI ANCHE COME PERSONE CHI SONO LORO PER TRATTARCI COSì?HANNO SOLO UNA LAUREA E QUESTO NON FA DI LORO PERSONE MIGLIORI NELLA VITA….FATEVI UN ESAME DI COSCIENZA

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  16. luciana

    ho iniziato una ricerca sul rapporto docenti-studenti e siete comparsi voi.
    ho conosciuto Danilo Dolci che ha lavorato molti anni fa con un gruppo di miei studenti,interpreto come un segnale l’aver letto il suo nome qui.
    vorrei entare in contatto con voi ? avete un forum?

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  17. de de

    Salve,
    anch’io cercavo rapporti docenti-studenti e ho trovato questo forum, anche se datato.
    vorrei chiedere a chi avesse voglia di rispondermi cosa pensereste se una vostra ex prof precaria vi scrivesse e-mail tipo: “ho perso il lavoro. e voi. non so quale sia il dramma più grande”.
    non pensate ci sia un trasporto eccessivo verso la classe?

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  18. Pingback: Ancora sul tu al docente – MUNTU

  19. Anonimo

    Il rispetto – sacrosanto – che un alunno deve portare al docente non c’entra nulla col «Lei», il quale è un formalismo inutile, un modo di marcare ulteriormente delle sterili distanze che invece andrebbero spianate e ostacolate.

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