La pena di morte

Ieri è venuta fuori – non ricordo nemmeno come – una discussione sulla pena di morte, e qualcuna di voi diceva che è giusto, che bisogna fare occhio per occhio, mentre qualche altra invitava a guardarsi Il miglio verde. Vi ho detto che saremmo tornati sull’argomento: e vorrei farlo qui, se a voi va bene.

Io sono contrario alla pena di morte. Provo a dire perché.
– Perché la pena di morte non serve a diminuire il numero di omicidi, come pensano molti dei suoi sostenitori. Lo dimostrano ampiamente i dati sul tasso di omicidi nei paesi che hanno la pena di morte. Il fatto è questo: chi uccide (e, in genere, chi compie un crimine), non pensa alle conseguenze: altrimenti la prospettiva di passare tutta la vita in carcere sarebbe più che sufficiente.
– Perché è possibile sbagliarsi, ed ammazzare un innocente; la cosa non è infrequente nei paesi che hanno la pena di morte.
– Perché la pena di morte può essere adoperata come strumento repressivo nei confronti di alcune categorie di persone: i neri negli Stati Uniti, ad esempio; o gli oppositori politici altrove.
– Perché un omicida è vittima egli stesso del crimine che ha compiuto, e come tale è meritevole di compassione. Voglio ricordarvi quel che dice Socrate nel Gorgia platonico: “chi è onesto e buono, uomo o donna che sia, è felice, e l’ingiusto è malvagio e infelice” (470E). Io sono d’accordo. Penso che non si possa essere ingiusti – o crudeli, o disonesti – ed essere felici. I malvagi si condannano da sé all’infelicità.
– Perché un omicida può essere vittima, oltre che di se stesso, di tante altre cose. L’omicidio può essere la risposta ad una lunga catena di violenze subite, l’atto disperato di chi è cresciuto in un modo che non è degno degli esseri umani.
– Perché nessuno è solo un criminale. Chi ha ucciso, nella sua vita avrà anche fatto altro. Avrà messo al mondo una vita, ad esempio. E qualche volta anche lui avrà regalato fiori, o trovato una parola gentile. Non è giusto ridurre tutta la vita di una persona ad uno solo dei suoi atti. Pensate un po’ come apparireste, se di voi non si vedesse che un’unica azione – quella più brutta che avete compiuto.
– Perché ogni uomo è aperto, e può sbocciare in molti modi. I buddhisti raccontano una storia che forse vi piacerà. Un giorno il Buddha doveva passare per una strada che era infestata da un brigante feroce, di nome Angulimala. I suoi discepoli cercarono di fargli cambiare idea, ma lui si intestardì. Angulimala lo vide, e cercò di raggiungerlo per assalirlo: ma non riusciva a camminare, mentre il Buddha proseguiva tranquillo. Il Buddha allora gli parlò e gli disse: “Fermati un po’, per favore”. Angulimala meravigliato gli rispose che lui non riusciva a camminate, e che era il Buddha piuttosto che doveva fermarsi. Ma il Buddha disse: “Ti sbagli, io mi sono fermato per sempre. Se tu che non ti sei fermato, perché continui a fare violenza, senza riuscire ad avere alcun potere sulla vita”. Sentite queste parole, Angulimala capì che stava sbagliando tutto, gettò via tutte le sue armi e divenne un monaco. Dopo la morte fu riconosciuto come un arahant, che è l’equivalente di un nostro santo (Angulimalasutta, in La rivelazione del Buddha, Mondadori). Anche nel cristianesimo vi sono storie simili. Quella di Paolo di Tarso, ad esempio. Il quale perseguitava i cristiani, ed evidentemente provocò la morte di molti, ma poi inconbtrò il Cristo, e si convertì, e divenne santo. Queste storie parlano di una grande possibilità che tutti abbiamo: la possibilità della conversione. Perché negare a qualcuno questa possibilità? Provate a pensare ad una assassino come ad uno che è finito in coma. Potrebbe risvegliarsi oggi, o domani, o tra un mese, o tra un anno. O mai. Ma intanto lo si tiene in vita, per non uccidere quella speranza.
Questo penso. Mi farebbe piacere sentire ora le vostre ragioni, a favore o contro.

79 pensieri su “La pena di morte

  1. Dimentichi: perché lo Stato dovrebbe fare una cosa (uccidere) che ai cittadini è proibito? Dal mio punto di ista è una contraddizione così grande che rende inapplicabile la sola ipotesi della pena di morte. Non si può punire qualcuno per qualcosa di sbagliato che ha fatto, FACENDO NOI LA STESSA COSA. E l’esempio dov’è finito?

    Faccio un esempio: vostro figlio disubbidisce, e invece di fare la cacca nel vasino, la fa nella vostra camera da letto, vicino all’armadio.
    Secondo la logica dell’occhio per occhio, dente per dente (ovvero secondo la logica della pena di morte) sapete che cosa fareste? Andreste nella camera di vostro figlio e gli cachereste vicino ai LEGO.

    Infine trovo ripugnante il solo godere della morte altrui, il poter pensare che attraverso il dolore altrui, il nostro si possa sanare. Come nei film americani in cui i parenti delle vittime e un pubblico vario vanno a vedere l’esecuzione del condannato. Ma davvero li fa sentire meglio? Tristezza sommata a tristezza, dolore sommato a dolore fa felicità, tranquillità? Stento a crederlo.

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  2. utente anonimo

    Sono d’accordo con quello che dici. La pena di morte non nasce da un bisogno di giustizia. Ma, per ritornare al discorso sullo sdegno emotivo che si faceva non molto tempo fa e a proposito del fatto che un assassino non ha solo ucciso ma ha fatto anche tante altre cose nella sua vita – che magari con la violenza non hanno nulla a che vedere – non posso non ricordare che nell’Ultimo giorno di un condannato di Victor Hugo (lettura preadoilescenziale :-)) il protagonista,nel rivivere tutta la sua vita passata si sofferma sui dolci ricordi d’infanzia, la figura della madre, la prima fanciulla a cui ha dato un bacio… i ricordi, insomma, che fanno parte della vita di ogni essere umano.
    un po’ sentimentale, lo so (ma Hugo lo è sempre). Forse, Beccaria sarebbe più adatto, per controbattere le tesi di chi è a favore della pena di morte.
    Mi sembra però che uno dei tanti argomenti contro la pena capitale dobvrebbe essere anche il fatto che il boia è sempre stato considerato un reietto, un paria in tutte le società in cui la pena vigeva. Negli U.S.A. hanno risolto distribuendo la responsabilità dell’uccisione tra più “addetti”. C’è uno che lega il condannato, uno che aziona il primo interruttore, etc.

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  3. utente anonimo

    io credo che punire un essere umano con la pena di morte significhi commettere ancora una volta OMICIDIO, e dato che io penso che nessun uomo possa sputare sentenze sulla vita di un altro, a maggior ragione affermo che nessun puo’ decidere le sorti della vita di un altro…e si commetterebbe lo stesso errore dell’accusato..e poi sarebbe fin troppo facile anche per lui, la morte lo salverebbe dalle sue colpe ed invece io credo che debba marcire im prigione ..soffrire per poi perntirsi delle sue colpe o almeno riflettere tutta la vita sull’accaduto.la pena di morte diventerebbe la via della salvezza per fuggire alle sofferenze lasciate invece alla famiglia di chi muore..l’uomo in genere non deve essere giudicato e basta..gli si dovrebbe anche dare la possibilita’ di pentirsi.In fin dei conti vorrei solo dire che chi sta all’apice di queste cose dovrebbe dare a tutti un esempio positivo, non indurre gli altri ad atti di violenza ancora peggiori.LA VITA E’ UN DONO E NESSUN PUO’ DECIDERE PER QUELLA DEGLI ALTRI!!!!!!!!!!!!!!

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  4. utente anonimo

    La pena di morte? Secondo me la cosa piu’ orrenda che l’uomo possa fare è “decidere” di uccidere…Penso che noi esseri umani non siamo Nessuno per decidere la MORTE di una persona,indifferentemente se ha ucciso unu persona a noi cara.Bisogna essere superiori a coloro che si ritengono “superiori”…..

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  5. utente anonimo

    sento l’esigenza di esprimere un mio parere..per cominciare affermo con orgoglio di essere contraria alla pena di morte! è assurdo rispondere alla violenza con la violenza..la pena di morte non risolve il problema degli omicidi, anzi, l’esito è contrario! la pena di morte sta sempre più assumendo l’aspetto di vero razzismo quanti uomini di colore sono morti in passato per la loro pelle!! e quanti altri sono morti e solo dopo l’esecuzione si è scoperta la loro innocenza?! come possiamo rispondere alle famiglie di questi uomini che sono morti per nessun motivo o meglio per sbaglio di altri uomini?! ho visto” il miglio verde” non ci sono parole per discrivere quel film..dicono che rispecchia molto la realtà se così fosse questa è la dimostrazione di quanto cattivo è l’uomo..godere per le sofferenze altrui mi lascia basita!!!!!

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  6. utente anonimo

    Secondo me, la sensibilità alla pena di morte implica uno sviluppo storico particolare. Le società favorevoli ad essa nel passato o oggi, oltre Atlantico, non sono più cattive, sono solo dotate di una cultura diversa. In linea di principio, una società può ben difendersi eliminando un criminale. Tutto sta a vedere se tale misura sia utile o no. A conti fatti, non è un buon deterrente, e fa a pugni con una concezione sempre più sacrale della vita che noi abbiamo, concezione più culturale che morale, anche se scaturita dalle terribili vicissitudini del secolo scorso (guerre mondiali, dittature, stermini) e quindi non priva di un valore etico. Certo un ecomafioso, un pedofilo assassino o un genocida merita non una, ma mille morti. E la difesa della società non è solo materiale, ma anche morale. Perciò ritengo che l’attegiamento delle società verso la pena capitale non sia qualcosa di irreformabile, ma si modifica a seconda della temperie culturale, in quanto una base di legittimità non potrà mai essere negata in senso assoluto.

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  7. utente anonimo

    io proprio non capisco xkè dobbiamo sottostare a quello che ci dice uno che si crede SUPERIORE ….le leggi dovremmo farcele noi..alcune almeno credo..per quel che mi riguarda nessun decide le sorti di un altro..ma xkè e’ cosi’ difficile che qualcuno lo comprenda???questa è la domanda che mi pongo???puo’ essere l’uomo piu’ razionale?meno egoista?piu’ aperto mentalmente e sentimentalmente??

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  8. Secondo te, Maria, in che modo le persone possono diventare più razionali ed aperte? Quando accade qualcosa, la gente è rabbiosa, ed invoca la pena di morte. Come si può fare? Cosa si può fare, in genere, per far ragionare?

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  9. Hai parlato di comprensione. E’ la parola-chiave, secondo me. Per vincere la rabbia occorre interrogarsi su cosa ha portato a compiere un errore. Allora si scoprono molte cose. Si scopre il volto umano dell’assassino, la miseria che è dietro i suoi errori, la catena di sofferenza nella qule è rimasto imprigionato.

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  10. a punto dico!pensare prima di agire…..xkè gli altri non riescono a capirlo??lo so che io che parlo come persona esterna posso vederla in un altro modo..e sicuramente non potrei mai capire la perdita di qualcuno se non la vivessi personalmente…ma credo che in una situazione come questa non aprirei bocca……mi concentrerei a riflettere

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  11. Concentrarsi a riflettere… Quanto hai ragione! Probabilmente dovremmo abituarci a riflettere quotidianamente, sulle piccole cose che ci procurano rabbia, per essere poi in grado di affrontare la grande rabbia rappresentata da una perdita del genere.

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  12. non credo..comprendere è un conto…mentre perdonare è un altro……e anche se una persona ammettesse di aver perdonato..credetemi prof..non credo che nel suo cuore abbia perdonato per davvero..è facile dire di perdonare…ma cio’ che abbiamo dentro di noi è qualcosa di veramente complicato

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  13. utente anonimo

    Per me invece è tutt’uno. Comprendere le cause che hanno condotto ad un errore significa immedesimarsi, sentire anche la sofferenza, che può non essere espressa, ma è nell’umanità bloccata. Ma comprendere, ripeto, non è facile.

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  14. comprendere vuol dire immedesimarsi…cercare di capire…ma il perdono è molto piu’ lontano…..penso che dentro di noi ci siano dei meccanismi che ci portino sempre a nascondere la vera VERITA’ delle cose….abbiamo cosi’ tante emozioni soppresse…..che se anche non le esterniamo..siamo cmq consapevoli di conoscerle….parlo per esperienza personale …e so che spess non diciamo veramente la verita’…posso dirti di averti perdonato..con le parole…..ma il mio cuore non l’ha fatto

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  15. bisognerebbe dire sempre no……nascerebbero contrasti e tutto il resto……il nostro modo ..la nostra abitudine di dire sempre si è un modo sbagliato di assecondare…..se ci pensi…capita anche a te quotidianamente….è umano……..e certo è ina REALTA’ IN TUTTO E PER TUTTO FALSA MA E’PUR SEMPRE IL NOSTRO SPORCO MONDO!!!

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  16. Naciketas

    Vuoi dire che siamo costretti in qualche modo a mentire anche quando si tratta dei nostri sentimenti? Se io ti chiedo se ti interessa la mia lezione, e tu dici di sì, è un conto. Ma se qualcuno ti chiede se gli vuoi bene, e tu rispondi di sì per non deluderlo, è un altro conto.

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  17. voglio soltanto dire che molti casi sono cosi’ e ad ogni modo dipende anche dalle persone…….certo non voglio dire che a questo mondo siamo tutti falsi e come avete detto voi dipende dalle situazioni…..e per quanto riguarda il perdono..non lo si fa mai veramente….xkè poi ogni situazione simile ..o nel vedere qualcosa ..il tuo pensiero tornera’ cmq a quella delusione e prevalera’ il sentimento del rancore..nemmeno il tempo puo’ cancellare certe ferite

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  18. quando si litiga con una persona lo si fa xkè c’è un motivo..non tanto per………solitamente è qualcosa di veramente grave…come fare a perdonare ad esempio tua moglie che rimane incinta di un altro?in alcune circostanze lo si fa per i figli..dunque ecco un caso in cui si mente agli altri ma non a se stessi!

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  19. Naciketas

    Io invece credo che sì, in fondo siamo tutti un po’ falsi, perché lo richiede lo stare in società. Ma abbiamo anche la possilità di essere veri. Capisco quello che vuoi dire, riguardo al perdono. Lo provo anch’io. Ma non me la sento di escludere la possibilità di perdonare in modo più profondo. Conosco persone straordinarie, che non hanno i miei difetti, e dalle quali vorrei imparare a stare al mondo.

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  20. Naciketas

    Nota per il visitatore perplesso. Ci siamo solo io e Maria a discutere perché oggi è giornata di sciopero (per la palestra, credo), e siamo quattro gatti nel laboratorio di informatica.

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  21. e piu’ vuoi bene ad una persona ..piu’ ci tieni a lei piu’ ti diventa difficile perdonare!e poi penso che nessuno abbia la capacita’ di perdonare..ieri sera sono successi un po di casini con il mio ragazzo…lui e’ ancora arrabbiato ma finge che sia tutto a posto solo per far si’ che io non mi preoccupi e stia bene!ebbè……..resta proprio questa la mia opinione!

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  22. utente anonimo

    IL PERDONO, x me è la scelta più difficile ke una persona possa fare;penso ke il perdono non esista completamente xke il ricordo di un grande delusione data soppratutto da un persona a te molto cara non si cancelera mai completamente.Essere deluse e la cosa più brutta e penso ke io non riuscirei mai a perdonare anche xke sarebbe anche una mia sconfitta se la persona ke amo mi tradisca sia il mio raga che un’amica.PROF VI SALUTO UN BACIONE CIAO CIAO.

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  23. utente anonimo

    Secondo me la pena di morte è INUTILE.Io penso che se si vuole punire veramente una persona per quello che ha fatto bisogna farlo in un altro modo,nn facendo la sua stessa azzione.Infatti si è visto,anche con la pena di morte chi deve uccidere continua a farlo,quindi nn fa paura a nessuno o quasi.Il fatto è che vengono ammazzate persone che prima si pensava erano colpevoli e poi si scoprono innocenti,e per me uccidere una persona innocente è l’errore più grande che si possa fare e a questo errore nn c’è perdono.Spero che gli uomini in generale riflettano ogni tanto su queste cose e che la smettano di sbagliare!!!

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  24. utente anonimo

    La pena di morte è una cosa spregievole,il diritto allavita è di tutti anche per coloro che hanno provocato sofferenza….la vita è un dono…i giudizi vengono fuori dalle opinioni sbagliate.cmq non ho finito a presto

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  25. utente anonimo

    CIAO SIAMO TINA E GIUSY. NOI SIAMO FAVOREVOLI ALLA PENE DI MORTE.LE PERSONE CHE COMPIONO OMICIDI DOVREBBERO ESSERE GIUSTIZIATE CON LA MORTE.NEL NOSTRO PAESE DOVREBBE ESSERE LEGALIZZATA LA PENA DI MORTE!!! A NOSTRO PARERE SOLO DIO PUO’ TOGLIERCI LA VITA PERCHE’ DOVREBBERO FARLO ALTRE PERSONE?

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  26. utente anonimo

    Tutto cio che provoca sofferenza per me è sbagliato poi la pena di morte è indefinibile.il diritto alla vita è di tutti anche all”ultimo della terra”,rispondere alla violenza con le stesse armi equvale a essere come gli altri,invece la differenza ti da nuovi orizzonti da cui ripartire per cercare un pizzico di miglioramento.

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  27. nessuna vita merita di morire per qualsiasi ragione al mondo.La pena di morte non cancella il dolore, non tranquillizza l’animo e sopratutto non fa vendetta. Desiderare la morte di qualcuno che ha commesso un male talmente grave ad una persona a noi vicina è orribile più del male commesso da quell’uomo. KRIZIA!!!
    ( P.S. stavo facendo una ricerca su Durkheim quando ho scoperto questo laboratorio. Lo consiglierò anche ai miei compagni di scienze della formazione. Complimenti!!!)

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  28. indignita 89

    state male?la pena di morte è la cosa +giusta,se qualcuno vi uccide,violenta una sorella vostra o qualcuno a voi caro voi che pensate?in carcere cmq li isolano perchè come arriva l’ora d’aria li sparano ….

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  29. gianna

    sono contraria alla pena di morte nessuno ha il diritto di mettere fine alla vita altrui anke se questo ha commesso il peggiore dei peccati ki siamo noi per decidere?cara indignita se tu ammetti la pena di morte anche tu a tua volta saresti un’assassina non ti sembra io invece ammetto i lavori forzati solo in quasto caso ci si rende conto dell’errore commesso

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  30. Roberta

    Secondo me la pena di morte non serve sia perchè non fa diminuire gli omicidi e sia perchè l’assassino in quel momento di rabbia non pensa mai alle conseguenze,pechè se ci pensasse non arriverebbe mai a compiere un atto del genere.Poi,molte volte,sono state uccise persone innocenti e penso che lo stato debba dare il buon esempio e che non abbia il diritto di prendere una decisione così importante come togliere la vita.Però è anche vero che non è gisto che gli assassini in carcere conducano una vità quasi “normale” come Erika,la ragazza che con il fidanzato ha ucciso la madre e il fratellino,che si è messa a giocare a pallavolo.

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